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Andrej Arsen'evič Tarkovskij


TARKOVSKY Andrej Arsenevič Tarkovskij nasce il 4 aprile del 1932 a Zavrazie,un piccolo villaggio sulle rive del Volga, da Arsenij Aleksandrovič Tarkovskij e da Marija Ivanovna Višnjakova Tarkovskaja .
L’importanza del rapporto con i genitori è per Andrej determinante: la madre è una donna profondamente religiosa dal carattere forte, che riversa però sul figlio un amore morboso, a causa del marito che nel 1935 abbandona lei e la famiglia .
Rivede il padre soltanto all'età di dieci anni , nel 1945, dopo la guerra e vive questo incontro in maniera traumatica; il padre tenta di portarlo via allontanandolo dalla madre, ma la resistenza della stessa glielo impedisce. Si possono pertanto comprendere i motivi delle insormontabili incomprensioni col padre.
Terminati gli studi di base, a venti anni si iscrive all’istituto di lingue orientali di Mosca e inizia a studiare arabo. L'influenza politica dello stalinismo pervade tutto il mondo russo e l'ambiente universitario; la cultura ateista, provoca grande difficoltà ad Andrej: la religiosità che la madre gli ha trasmesso si è il lui fortemente consolidata.
Segue il consiglio della madre: nel 1954 abbandona gli studi e si trasferisce in Siberia e lavora come geologo. Il periodo della taiga siberiana, la natura incontaminata, i grandi spazi, le escursioni solitarie gli fanno ritrovare la profonda spiritualità di cui aveva bisogno.
Nel 1956 ritorna a Mosca e si iscrive alla prestigiosa "Scuola Superiore di Cinematografia " , così come farà anche Nikita Mikhalkov. Segue i corsi del regista Michail Romm, esponente del realismo socialista, che però si dimostra un uomo di larghe vedute e nonostante la diversa ideologia, permette all'allievo di sviluppare liberamente le sue idee; Andrej rimarrà riconoscente al suo maestro, dimostrandogli sempre grande stima.
E' del 1958 la sua prima esperienza cinematografica, gira il cortometraggio "Gli uccisori" basato su un racconto di Hemingway. Nel 1959 gira il mediometraggio: "Non cadranno foglie stasera" dove comincia a dimostrare il gusto per inquadrature e sceneggiature molto originali. Nel 1960 Tarkovskij per poter conseguire il diploma di regista, presenta il mediometraggio "Il rullo compressore e il violino" che racconta l’amicizia tra un bambino che studia violino e un operaio asfaltatore. In questo film si manifestano marcatamente le visioni sognanti: l'acqua delle pozzanghere che riflettono gli alberi, netti tagli di luce, immagini viste con la malinconia di chi vede le cose per l'ultima volta, che saranno sempre presenti nei film successivi.
Nel 1961 Tarkovskij sposa l'attrice Irma Rauš dalla quale avrà nel 1962 il primo figlio, al quale attribuisce il nome del nonno, Arsenij Andreevič.
Sempre nel 1962 esce il primo lungometraggio "L'infanzia di Ivan" , film che viene presentato al festival di Venezia, dove vince il Leone d’oro ex-aequo con Valerio Zurlini. Con questo film, molto poetico, racconta la storia di un bambino che partecipa alla seconda guerra mondiale. Iniziano però le prime incomprensioni con il regime. Anche in Italia viene attaccato con una violenta polemica politica: Jean Paul Sartre, dalle colonne de l'Unità deve intervenire in sua difesa.
Tra il 1966 e il 1969 gira "Andrej Rublëv" un film che si compone di sei episodi storico Medioevali, dal 1400 al 1428, narrati attraverso le gesta del pittore di icone Andrej Rublëv.
Esalta l'unione del popolo contro il tiranno, inserisce il misticismo e la fede, inneggia alla madre Russia, crede nella forza creatrice dell'Uomo contro le avversità della storia e i soprusi del potere.
Sostiene che l'uomo, nel momento in cui è preso dall'estro creativo, debba morire per compenetrarsi nelle sue opere fino in fondo: questo suo pensiero lo fa entrare in aperta ostilità con il Regime.
Il film è visionato da Breznev e Suslov che impongono un pesante intervento censorio. Gli è impedita la proiezione in pubblico e la presentazione all'estero.Subisce alcuni tagli e "aggiustamenti", la sua durata è ridotta di circa venti minuti.
Il film nel 1969 finalmente approda al festival di Cannes e vince il premio della critica internazionale . E' proiettato in tutta Europa e raccoglie critiche entusiastiche.
In Russia viene proiettato solo nel 1971 e nonostante il silenzio della stampa e dei mezzi di comunicazione, il film riscuote un buon successo di pubblico.
Durante la lavorazione del film, Tarkovskij conosce Larisa Pavlovna Egorkina. Nel 1969 la sposa in seconde nozze , e nel 1970 ha Andrej Andreevič, il suo secondo figlio.
Nel 1972 Tarkovskij scopre la fantascienza e realizza "Solaris", da un romanzo di Stanislaw Lem.
In questo film utilizza il pianeta immaginario Solaris per proiettare nello spazio e nel futuro le sue inquietudini mistiche e pensa che il nostro mondo esista soltanto perchè voluto da un'intelligenza Divina.
Il film vuole essere la risposta sovietica a " 2001 Odissea nello spazio" di Stanley Kubrik, ma non ne raggiunge lo stesso successo.
In Italia "Solaris", senza che Tarkovskij venga interpellato, viene modificato pesantemente da Dacia Maraini e, nonostante un'azione legale, il regista non ottiene alcuna soddisfazione.
Nel 1974 esce il film a carattere autobiografico "Lo specchio" . E' intriso di allusioni sui quarant'anni di vita passati nell'Unione sovietica e gli incubi, dovuti al regime stalinista, vengono espressi come in un sogno.
Il presente, il passato e i sogni si fondono in un mondo senza tempo con immagini dell’Armata Rossa impegnata nella seconda guerra mondiale. Il regime nei confronti di Tarkovskij diventa sempre più ostile, il film viene ostacolato in ogni modo, impedendone la partecipazione a qualsiasi festival, nazionale e internazionale.Gli è inoltre proibito di girare altri films.
Si dedica pertanto al Teatro e tra il 1976 e il 1977 mette in scena, a Mosca, l’Amleto di Shakespeare.
Nel 1978, grazie a un permesso speciale del Presidium del Soviet Supremo, inizia la lavorazione di "Stalker" tratto da un romanzo dei fratelli Strugatski. Il film esce nel 1979 e anche questo viene boicottato dal regime ma, pur non potendo concorrere per la Palma d'oro a Cannes, riscuote un grande successo.
Nel luglio del 1979 la Rariotelevisione italiana lo interpella per girare un documentario con Tonino Guerra "Tempo di viaggio". Ottiene il permesso di espatrio per due mesi, ma la moglie e il figlio vengono trattenuti in URSS . In Italia, sempre con Guerra, inizia il progetto di Nostalghia. Nel 1980 torna in Italia per ricevere il David di Donatello per "Lo specchio"e incontra a Roma la regista Donatella Baglivo con la quale realizza una trilogia di documentari "Il cinema è un mosaico fatto di tempo" (1982), "Un poeta nel cinema "(1983) e" Nostalghia (1984)". Il loro rapporto di amicizia, non solo professionale, dura fino alla sua morte.
La moglie Larisa lo raggiunge in Italia, e lui non farà mai più ritorno in patria. Inizia la sua vita da esule e dopo essere stato in giro in Europa e in America è in Italia che trova una sincera accoglienza: il comune di Firenze gli dona un appartamento a Palazzo Gianni-Vegni e gli concede la cittadinanza onoraria.
Nel 1983 esce "Nostalghia", girato in Italia nella campagna senese, il suo primo film fuori dalla Russia. La personale vicenda di Tarkovskij è tutta proiettata nel film, a partire dal titolo. Vince a Cannes il gran premio della giuria ex aequo con il regista Robert Bresson.
Sempre nel 1983 va in scena al Covent Garden di Londra "Boris Godunov", con la regia di Tarkovskij e la direzione musicale di Claudio Abbado. Sarà un trionfo e farà man bassa dei premi destinati alla lirica. Viene oggi ricordato come uno degli allestimenti più belli di tutti gli anni ottanta e, a detta di alcuni critici, il miglior Boris Godunov mai messo in scena.
Nel 1984 in una conferenza stampa tenuta a Milano chiede ed ottiene asilo politico negli Stati Uniti.
E' una notizia clamorosa,il suo dissenso verso l'URSS diventa di pubblico dominio.
Nel 1985, gira il suo ultimo film "Sacrificio". E' ambientato in Svezia e narra la storia di Alexander, ex attore, che nell'angoscia dello scoppio di una guerra nucleare fa una promessa davanti a Dio: rinuncerà a tutti i suoi averi se Dio salverà il mondo.
Gli eventi lo portano a fare l'amore con la cameriera Maria e , l'indomani , svegliandosi, scopre che non c'è stata alcuna guerra nucleare.
Mantiene fede al suo voto, incendia la sua casa e rimane chiuso in un mutismo che lo porterà ad essere ricoverato.
Tarkovskij con questo film rende omaggio ad Ingmar Bergman ambientando questo suo ultimo lavoro presso l'isoletta in cui Bergman si è ritirato e mettendo in atto tutte le sue raffinate tematiche cinematografiche.
"Sacrificio" esce nel 1986 a Cannes dove suscita grande entusiasmo, ma non riesce a vincere la Palma d’oro.
Gorbaciov nel frattempo, su invito del presidente Mitterand, concede ad Andrej, figlio di Tarkovskij di uscire dall’Unione Sovietica e raggiungere,dopo molti anni, i propri genitori.
Tarkovskij muore in una clinica di Parigi nella notte tra il 28 e il 29 dicembre del 1986, a cinquantaquattro anni stroncato da un tumore. I suoi funerali si svolgono il 3 gennaio nella cattedrale ortodossa di S.Aleksandr Nevskij e Mstislav Rostropovič, suo grande amico, suona sul sagrato della chiesa la suite per violoncello n°2 di J.S. Bach in memoria dell'ultimo "grande artista della tradizione russa".
Viene sepolto nel cimitero ortodosso di Sainte-Geneviève-de-Bois a Parigi e la richiesta delle autorità sovietiche di riportare la salma in patria, è sempre stata rifiutata.
La sua vita è un tutt'uno con le sue opere, si influenzano a vicenda e rendono l'uomo immortale così come la sua arte.
Ingmar Bergman dice di lui: "Quando un film non è un documento è un sogno, per questo Tarkovskij è il più grande di tutti. Lui si muove con assoluta sicurezza nello spazio dei sogni, lui non spiega e, del resto, cosa dovrebbe spiegare?"
Nel 2002, a cura del figlio e della casa editrice fiorentina Edizioni della Meridiana, è stato pubblicato il diario autobiografico "Martirologio" che Tarkovskij inizia a scrivere già nell'aprile del 1970. Su una sua pagina, che si ritrova anche nelle scene iniziali e finali di "Sacrificio", si può riflettere :
“ Un giorno un anziano nativo di Thivanda, dal nome di Pavve, prese un albero secco, lo piantò sulla montagna e ordinò a Giovanni Colobos di bagnare ogni giorno quell’albero secco versando un secchio d’acqua, sinché l’albero non fruttificasse. Ora non c’era dell’acqua se non molto lontano di là: bisognava partire il mattino per riportarla la sera. Alla fine del terzo anno, l’albero prese vita e diede frutti. Il vecchio colse un frutto e, portandolo alla chiesa dei fratelli, disse loro: “Avvicinatevi e assaporate il frutto dell’obbedienza”. (Martirologio, A. Tarkovskij).




                                                                                       Andrej Arsen'evič Tarkovskij TUBE"



Filmografia come Regista

Gli uccisori (1958)
Non cadranno foglie stasera (1959)
Il rullo compressore e il violino (1960)
L'infanzia di Ivan (1962) - Con: Nikolaj Grinko, Kolia Buriliaev, Valentin Zubkov, Irma Tarkovskaja.
Andrej Rublëv (1966) - Con: Anatoli Solonitsyn, Ivan Lapikov, Nikolaj Grinko, Rolan Bykov, Jurij Nikulin.
Solaris (1972) - Con: Donatas Banionis, Natalya Bondarchuk, Juri Jarvet, Anatoli Solonitsyn, Nikolai Grinko.
Lo specchio (1975) - Con: Margarita Terekhova, Ivan Canilcev, Yuri Nazarov, Ignat Daniltsev, Larisa Tarkovskaya, Alla Demidova, Anatoli Solonitsyn, Nikolaj Grinko.
Stalker (1979) - Con: Aleksandr Kaidanovsky, Alisa Frejndlich, Anatoly Solonitsyn, Nikolai Grinko, Natasha Abramova.
Tempo di viaggio (1983)
Nostalghia (1983) - Con:Oleg Yankovsky, Domiziana Giordano, Erland Josephson, Patrizia Terreno, Laura De Marchi.
Sacrificio (1986) - Con: Erland Josephson, Susan Fleetwood, Gudrun Gisladottir, Allan Edwall, Sven Wollter, Valerie Mairesse, Filippa Franzén, Tommy Kjellqvist, Per Källman, Tommy Nordahl.

Filmografia come Attore

Sergej Lazò. Con la regia di Aleksander Gordon (1968)






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